Il Sole 24 ore – Stills of Peace 2015

da | Ago 26, 2015 | News

“Stills of Peace” And Everyday life

Dopo l’omaggio al Pakistan, ad Atri questa estate si celebra la Spagna, in onore del cinquecentenario della morte del gesuita Claudio Acquaviva, con il progetto interculturale Stills of peace and Everyday Life promosso dal Comune in collaborazione con la Fondazione Tercas, Valagro e il Festival del Cine Español. Una mostra d’arte contemporanea, una rassegna di cinema dal titolo CineEspaña ed una serie di incontri su letteratura, poesia e musica animeranno il Museo Capitolare, il Chiostro della Cattedrale ed il bellissimo Teatro cittadino dal 30 luglio al 30 settembre prossimi. Pubblichiamo con piacere la presentazione del curatore, Antongiulio Zimarino.

Il progetto “Stills of Peace” ha l’obiettivo di realizzare occasioni di incontro, conoscenza e relazioni profonde tra differenti tradizioni culturali e artistiche nel Mondo. Una conoscenza reciproca aiuta a costruire una rete globale di connessioni, collaborazioni ed altri nuovi “eventi” che, valorizzando reciprocamente la bellezza e la profondità di ciascuna esperienza, portino alla conoscenza e al rispetto tra le stesse Culture. Arte Contemporanea, Cinema, Letteratura, Sociologia, sono le discipline che concorrono al dialogo e alla comprensione profonda dei comuni valori umanistici ed esistenziali che sono alla base di ciascuna specifica Cultura.

Nel progetto 2015 si incontrano le esperienze artistiche emergenti dell’Italia e della Spagna: una lunghissima storia comune ha intrecciato le due culture, una storia che ha indubbiamente attraversato anche la Città di Atri, legata a doppio filo con elementi della cultura iberica della seconda metà del Cinquecento, tuttavia, oltre la capacità di ricostruzione delle “radici”, la complessità della realtà contemporanea ci chiede anche di progettare ipotesi di dialogo: al di là di ciò che è stato, è importante pensare a cosa possiamo essere e questo può avvenire soltanto se impariamo a conoscere la profondità e i valori che oggi animano le diverse esperienze culturali. Riflettere sulle esperienze d’arte contemporanea, vuol dire pensare oggi a come rifondare e individuare basi su costruire le possibilità di una società multiculturale migliore.

Il progetto ha lo scopo di far dialogare le culture ed esperienze artistiche utilizzando una metodologia diversa da molte operazioni curatoriali comunemente diffuse.
Gli artisti non sono stati individuati in relazione ad un tema o ad un assunto deciso dal curatore, magari anche a posteriori, ma le diversità delle ricerche vengono messe a confronto cercando significati dalla “lettura” delle opere degli artisti.

L’unico criterio di base da cui si è partiti è l’aver riconosciuto e intuito negli artisti scelti, un’ansia di “profondità” concettuale ed esistenziale espressa attraverso i linguaggi dell’arte oggi. Su questa profondità viene posto il confronto, per comprendere, al di là delle distanze, delle storie, delle formazioni, dei contesti di ciascuno, se c’è qualcosa che lega, qualcosa che distingue ma assomiglia, qualcosa che permetta di vedere la possibilità di un dialogo profondo, sui fondamenti dei valori di “humanitas”, che sono poi i fondamenti comuni che permettono di pensare, di creare e anche di cambiare creativamente, in una parola, di dare “senso” a ciò che facciamo.

Questo dialogo profondo si esprime nel bellissimo e suggestivo spazio della cripta della Cattedrale di Atri, che da se, invita il pubblico a pensare sulle opere piuttosto che a vederle come uno spettacolo. In questa chiave di lettura, il progetto prende il nome: le “stills” sono le gocce della “pace” possibile che nasce dalla conoscenza e dalla riflessione profonda, ma le opere d’arte sono “stills” “fermi immagine” che ci consentono di fermarci a riflettere per entrare in quella profondità.

Si propone al pubblico e alla cultura, l’esperienza dell’Arte come momento ricostruttivo e fondativo e non come spettacolo, l’arte come momento di costruzione di pensiero e di sensibilità estetica, l’arte come momento per tornare “a se stessi”, il punto dove prendiamo coscienza del senso del nostro “essere-nel-mondo”.